Il Corchia in finale alla 6ª Nit de la Imatge Subterrania

Ancora un riconoscimento dalla Spagna per il Film Corchia-La montagna Vuota di Roberto Tronconi

Ancora una sorpresa per il docu-film di Roberto Tronconi ‘Corchia – La Montagna Vuota’, che racconta la storia delle esplorazioni di uno dei più imponenti sistemi carsici italiani, famoso in tutto il mondo.

Sarà uno dei 12 film selezionati per la serata finale della 6ª Nit de la Itmage Subterrania, la rassegna cinematografica di Barcellona. Unico film italiano ad aver superato la selezione ed entrare così in finale.

La fase finale della rassegna cinematografica si terrà il 14 gennaio 2023 al Centro Sant Pere in calle de Sant Pere Més Alt, 25 – 08003 Barcelona.

Il film è già stato premiato con Campana d’argento ad Alpi Giulie Cinema per Hells Bells 2020 a Trieste.

È entrato nella Selection Official al Sestriere Film Festival e a IMF film festival di montagna a Proprad in Slovacchia.

Il 4 Febbraio verrà anche proiettato a Narni in occasione dell’evento Scintilena & Friens, per i festeggiamenti dei 20 anni di questo notiziario.

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Arrivano le piogge e il Carso soffia, rivelando l’esistenza di grotte inesplorate

Con l’arrivo delle piogge, il Timavo, il fiume sotterraneo del Carso, sale rapidamente all’interno delle grotte, facendo soffiare violentemente i buchi in superficie in collegamento con le grotte.

Il fenomeno è ormai noto e studiato dagli speleologi che monitorano costantemente i flussi d’aria in relazione all’andamento delle piogge.

Da questi studi, gli speleologi disegnano l’ipotetico passaggio sotterraneo del Reka Timavo, il fiume divenuto leggenda per gli esploratori delle caverne.

La caccia al suo corso non si è mai interrotta, da quando lo ha cominciato a cercare l’ingegner Lindner per conto degli austriaci nel 1840.

La speleologia è cambiata nel corso di tutti questi anni, si è evoluta, sono state affinate tecniche e realizzati materiali e attrezzature appositamente sviluppate per far arrivare gli uomini ad esplorare le profondità della Terra.

I russi hanno superato per ben due volte il limite dei 2000 metri di profondità nel Caucaso, ci siamo spinti in luoghi incredibili, dalla pancia dei ghiacciai alle grotte vulcaniche, dai cunicoli bollenti delle Stufe di San Calogero in Sicilia allo straordinario sistema di grotte sommerse della penisola dello Yucatàn.

L’uomo ha esplorato fiumi sotterranei, enormi massicci montuosi pieni di grotte gigantesche, abbiamo riscritto la Storia dell’umanità scoprendo reperti importantissimi custoditi nelle grotte di tutto il Mondo, intere città sotterranee, culture e usanze perdute.

L’esplorazione va avanti, ogni fine settimana, in ogni stagione, ogni volta che uno sguardo curioso si infila in un buco da cui esce un soffio d’aria.

E da lì siamo partiti. Il sogno di Lindner ancora ci accompagna e siamo ancora qui a meravigliarci dell’aria furibonda che esce dal Carso. A cercare di risolvere il Mistero del fiume sotterraneo e delle sue tante grotte.

Per saperne di più: https://www.scintilena.com/?s=Lindner+Carso

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La Profonda Fantasia di Carlos Solito su Itinerari e Luoghi di Dicembre

Andare per grotte, esplorarle e documentarle, è sempre un affare da tempi lunghi. Un po’ come se la lentezza, anzi l’immobilità, geologica del calcare si fosse sincronizzata con il nostro set.

Quello del documentario LA PROFONDA FANTASIA.

Per il quale, nel numero di dicembre in edicola, il mensile milanese Itinerari e Luoghi dedica a Carlos Solito un reportage intervista. Buona lettura e buon viaggio, al centro della terra.

In apertura, la voragine della Grave di Masseria Previticelli a Gravina in Puglia (BA) con Antonio Denora e Vincenzo Martimucci

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Una nuova rivista del CAI segna la fine dell’era ‘Montagne 360’

Con il ‘Progetto CAI Cultura’ una nuova veste per il periodico del Club Alpino Italiano.

Il Consiglio Centrale ha deliberato un grande progetto di rilancio per le aree culturali del Club Alpino Italiano, in fase di attento e profondo rinnovamento sotto l’egida del nuovo Direttore editoriale e responsabile delle attività culturali Marco Albino Ferrari.

Dal prossimo anno, il periodico cartaceo Montagne360 tornerà bimestrale, con il nome La Rivista del Club Alpino Italiano e con un nuovo Direttore responsabile al posto di Luca Calzolari: Andrea Greci.

Il primo nuovo numero sarà disponibile nel mese di Marzo 2023.

Cosa c’è da sapere?

-sulla piattaforma di tesseramento, Socie e Soci potranno scegliere se ricevere la rivista in formato cartaceo oppure digitale;

-più pagine, rilegatura in brossura;

-grafica e immagini d’autore, approfondimenti sui grandi temi affidati a firme della cultura e del giornalismo;

-contenimento dei costi, divenuti insostenibili visti gli aumenti di carta energia: il mensile costava nel 2021 1.4 milioni; con il bimestrale sarà possibile ottenere un risparmio di circa 200mila euro, incluse le figure aggiuntive del personale;

-l’attuale redazione continuerà la propria attività anche nel bimestrale, essendo correttamente contrattualizzata fino a settembre 2023;

-Socie e Soci riceveranno una comunicazione online sulle modifiche al periodico, e successivamente – a gennaio – un fascicolo che illustrerà per intero il nuovo progetto culturale del Sodalizio, soffermandosi sulle novità a partire dalla Rivista, senza però tralasciare Lo Scarpone online, cinematografia, editoria, piattaforma e-Learning, podcast e Web tv.

Qui de seguito il comunicato del CAI: https://rebrand.ly/cai-nuova-rivista

Al via un grande progetto di rilancio per le aree culturali del Club alpino italiano deliberato dall’Organo di indirizzo e controllo: il Consiglio centrale. Un’attività che punta alla qualità e all’approfondimento e prevede come primo passo la revisione del periodico “Montagne360” con passaggio a bimestrale e la nomina a Direttore editoriale di Marco Albino Ferrari

Il Club alpino italiano sta approntando un attento e profondo rinnovamento sul piano della produzione culturale. Come spiega il nuovo Direttore editoriale nonché responsabile delle attività culturali Marco Albino Ferrari, le diverse anime del Sodalizio entreranno in armonia tra loro per dar vita a un grande progetto sistemico e coordinato di rilancio mirando alla qualità e all’approfondimento.

Dal prossimo anno il periodico cartaceo Montagne360 tornerà bimestrale, con il nomeLa Rivista del Club Alpino Italiano e con un nuovo Direttore responsabile: Andrea Greci. Il primo nuovo numero sarà disponibile nel mese di marzo 2023.
La rivista presenterà più pagine dell’attuale, una rilegatura in brossura e si orienterà sui grandi temi del momento, con reportage, inchieste e articoli monografici affidati a firme della cultura e del giornalismo. Un prodotto destinato ad essere collezionato, anche per la particolare attenzione che verrà data alla grafica e alle immagini d’autore.

La scelta, dettata dall’indiscutibile aumento dei costi di carta ed energia, vuole guardare al futuro: il passaggio a bimestrale permetterà di mantenere una pubblicazione amata dai lettori riducendone l’impatto ambientale. I soci potranno infatti decidere all’atto del tesseramento se ricevere il periodico in formato cartaceo o digitale, andando quindi a produrre le sole copie richieste, dimostrando con questo piccolo gesto un’attenzione all’ambiente che il Club sta ponendo in primo piano con la nuova presidenza. Infine sarà garantita la continuità di temi e firme rispetto a Montagne360 grazie al mantenimento della medesima redazione.

«Con il passaggio a bimestrale, considerando anche l’aumento dei collaboratori operativi, i costi ordinari per la nostra rivista passeranno da 1.4 milioni di euro nel 2021 a meno di 1.2 milioni nel 2023. Siamo certi che i lettori comprenderanno questa scelta che permetterà ai soci di poter usufruire di un prodotto di livello senza dover aumentare la propria quota di tesseramento. Il Consiglio centrale e la Presidenza hanno intrapreso con responsabilità questa via che speriamo possa permetterci di operare in ambito giornalistico ancora per molti anni, ponendo al centro il primo articolo del nostro Statuto», commenta il Presidente generale Antonio Montani.

Nel mese di gennaio 2023, i soci riceveranno nelle proprie case “un assaggio”: un fascicolo che illustrerà per intero il nuovo progetto soffermandosi sulle novità a partire dalla Rivista senza però tralasciare Lo Scarponeonline, cinematografia, editoria, piattaforma e-Learning, podcast e Web tv.

«Il Cai vive le stagioni che cambiano, investendo nuove energie e professionalità per migliorarsi e diventare sempre più la casa di tutti gli italiani che amano la montagna», afferma il Direttore editoriale Marco Albino Ferrari.

Ringraziamo pertanto i lettori che in questo momento di cambiamento avranno la pazienza e la voglia di confrontarsi con noi per migliorare insieme e guardare al futuro.

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Yosemite Free climbers cercasi per salvare i pipistrelli

Fotografia di Tutela Pipistrelli

Per salvare i pipistrelli di Yosemite, gli scienziati hanno bisogno di aiuto per trovarli La White Nose Syndrome, un fungo mortale, ha ucciso milioni di pipistrelli in tutto il Nord America negli ultimi dieci anni. Per proteggere i pipistrelli nel parco, i biologi devono prima documentare i numerosi luoghi in cui trovano riparo

Fonte: Articolo pubblicato su National Geographic il 16 dicembre 2022. https://www.nationalgeographic.com//animals/article/to-save-yosemites-bats-scientists-need-help-finding-them

PARCO NAZIONALE DI YOSEMITE, CALIFORNIA

Shannon Joslin regola il raggio della sua lampada frontale e guarda in profondità in una delle innumerevoli fessure delle dimensioni di un dito che fanno del Parco Nazionale di Yosemite una mecca dell’arrampicata su roccia.

Il granito sembra sgorgare dalla Yosemite Valley a ovest in questa frizzante mattinata di ottobre, e sotto di noi non c’è altro che aria e il nastro scintillante del fiume Merced a trecento metri più in basso.

Mentre scendiamo dalla parete nord di un pilastro noto come Rostrum, la parete è così strapiombante che periodicamente abbiamo bisogno di fissare le nostre corde alla roccia per non finire a penzolare nel vuoto.

Oltre all’attrezzatura da arrampicata standard di corde, protezione da roccia e dispositivi di assicurazione, Joslin e il tecnico sul campo Sean Smith hanno rotelle metriche, maschere N-95, fotocamere, endoscopi e treppiedi attaccati alle loro imbracature.

Questo perché non sono qui solo per arrampicarsi: stanno controllando i pipistrelli che sono stati trovati appesi sul Rostrum.

Da terra, le pareti di Yosemite potrebbero sembrare aride, ma brulicano di creature: di tutto, dai falchi pellegrini alle raganelle ai topi dei boschi.

Aggiungi a questo elenco 17 specie di pipistrelli, eroi non celebrati della notte, che divorano zanzare, eliminano parassiti agricoli e depositano fertilizzanti.

Gli escrementi di pipistrelli, il cosiddetto guano, forniscono nutrimento per le piante che attirano gli insetti e cibo per gli uccelli (e i pipistrelli) che nidificano sulle scogliere di Yosemite.

Gabe Reyes, un biologo dell’US Geological Survey che studia i pipistrelli in California, afferma che le cacce notturne dei pipistrelli agli insetti forniscono un controllo dei parassiti “24 ore su 24”.

Poiché i pipistrelli possono percorrere grandi distanze, è possibile che i pipistrelli dello Yosemite a volte volino verso le fattorie ai piedi della Sierra Nevada per nutrirsi di insetti nocivi.

La loro importanza è il motivo per cui c’è un urgente bisogno di biologi che amano arrampicare.

Negli ultimi dieci anni, la WNS, sindrome del naso bianco, causata da un fungo chiamato Pseudogymnoascus destructans (Pd, in breve), ha ucciso più di cinque milioni di pipistrelli in Nord America.

Pd attacca la pelle dei pipistrelli mentre sono in letargo e il disagio li rende più attivi, bruciando le riserve di grasso critiche di cui hanno bisogno per sopravvivere all’inverno.

Pd si è diffuso in una grotta turistica a ovest dello stato di New York ed è stato trovato sui pipistrelli in quattro contee della California dal 2018.

La California coltiva più di un terzo delle verdure del paese e tre quarti della frutta e delle noci.

Se i pipistrelli nello stato dovessero affrontare massicce morie a causa della sindrome del naso bianco, gli agricoltori dovrebbero probabilmente spendere milioni di dollari in pesticidi per compensare la perdita dei servizi che i pipistrelli forniscono gratuitamente.

“La questione non è se Pd arrerá a Yosemite, ma è quando”, dice Joslin, un ex scalatore professionista che ora sta per completare un dottorato di ricerca. nella genetica delle popolazioni di specie in via di estinzione presso l’Università della California, Davis.

Quando l’agente patogeno si presenterà, studierà come si diffonderà e colpirà i pipistrelli nel parco.

Ma gli scienziati non possono farlo senza sapere dove vanno in letargo i pipistrelli, cioè quando sono suscettibili alla malattia.

Quindi il loro primo obiettivo è documentare il maggior numero possibile di posatoi e luoghi di svernamento. “Se non disponiamo di metriche di riferimento su quanti pipistrelli si trovano in un luogo particolare, non sappiamo se le loro popolazioni stanno diminuendo o aumentando”, dice Joslin, quindi quando Pd colpisce, non sarebbero in grado di valutarne gli effetti.

Quando trovano un nuovo rifugio, lo registrano in un database con la posizione esatta; proprio quest’anno ne hanno aggiunti 16.

Rivisiteranno ogni posatoio per vedere se i pipistrelli tornano anno dopo anno, quanti lo usano e se è la loro base solo in determinate stagioni. E, soprattutto, per scoprire se il posatoio è una casa di svernamento oltre che un luogo per il sonno quotidiano.

L’anno prossimo, il team posizionerà minuscoli monitor di dati (Joslin li descrive come le dimensioni di quattro penny impilati uno sopra l’altro) nei posatoi per misurare la temperatura e l’umidità, che aiuteranno a determinare se esistono le condizioni giuste per Pd.

E se la sindrome del naso bianco comparirà a Yosemite, si arrampicheranno sui posatoi per prendere campioni sui pipistrelli per testare la malattia.

“Il Pd cresce in un intervallo di temperatura molto ristretto e anche in un intervallo di umidità molto ristretto”, dice, aggiungendo che “ad est, queste condizioni sono facili da trovare”, specialmente nelle grotte. Ma a Yosemite, dove gli inverni sono più secchi e miti, non sono sicuri se o come si diffonderebbe il Pd.

Le big wall di Yosemite ospitano una gamma di microclimi che potrebbero rendere un versante della valle più sicuro di altri.

Joslin ha la sensazione che le soleggiate scogliere esposte a sud di Yosemite potrebbero essere inospitali per Pd e servire da rifugio. Dice che trovare le giuste condizioni per il letargo è una “questione di lana caprina” per i pipistrelli.

Se fa troppo freddo, bruceranno troppa energia per mantenere la temperatura corporea. Se fa troppo caldo, non entreranno in un profondo torpore e bruceranno più velocemente le riserve di grasso, il che potrebbe indebolire la loro risposta immunitaria alle malattie.

Con i pipistrelli che muoiono di WNS in ambienti simili nello stato di Washington, i ricercatori stanno cercando di imparare il più possibile prima che raggiunga Yosemite.

Shannon Joslin possiede l’attrezzatura usata per studiare i pipistrelli che si rifugiano nelle fessure delle massicce torri di Yosemite.

Il progetto dei pipistrelli di Yosemite ha messo radici quattro anni fa quando Breezy Jackson, che lavorava come biologo sul campo per il parco, partecipò a una conferenza sugli sforzi per trovare i posatoi dei pipistrelli nel nord-est, dove la sindrome del naso bianco stava decimando le popolazioni.

Gli scienziati hanno spiegato come avevano usato la telemetria per rintracciare i pipistrelli su un posatoio sulla scogliera, ma non sono riusciti a raggiungerlo per indagare perché era a 20 piedi da terra.

“All’improvviso, il mio cervello è esploso”, dice Jackson, “perché mi sono reso conto che il paesaggio dell’ecosistema delle scogliere di Yosemite è incredibilmente vasto, e sarebbe stato un bel progetto” arrampicarsi lì alla ricerca di pipistrelli.

Ha collaborato con i ranger di arrampicata di Yosemite, specializzati nel pattugliamento e nel rilevamento della natura selvaggia verticale, e nel 2018 ha creato Big Wall Bats con l’obiettivo di comprendere il potenziale della sindrome del naso bianco nel parco.

Quando i fondi si sono esauriti durante la pandemia di COVID-19, Jackson ha lasciato il National Park Service per dirigere le stazioni Yosemite e Sequoia Field per l’Università della California, Merced.

Ora, Joslin e Smith stanno rivitalizzando il programma, stimolato da nuovi finanziamenti all’inizio di quest’anno dalla Yosemite Conservancy. La coppia porta una rara combinazione di qualità: la natura ossessionata dai dettagli dei biologi della fauna selvatica e la grintosa tenacia degli scalatori, afferma Jackson.

Come scalatori, sono abituati a valutare le pareti rocciose alla ricerca di fessure in cui possono infilare le dita o protuberanze di granito su cui possono bilanciare i piedi. Ma ora, mentre si arrampicano, cercano anche mucchi di guano di pipistrello e aperture nella roccia adatte per un buon posatoio per pipistrelli: quelle che sono piccole e rivolte verso il basso, con abbastanza spazio libero sotto per far decollare i pipistrelli in sicurezza prima che le loro ali prendano l’aria.

La Yosemite Valley ospita migliaia di acri di granito verticale e ci vorrebbero vite intere per un team così piccolo per ispezionare tutto alla ricerca di pipistrelli. A giugno, ad esempio, la coppia ha trascorso quattro giorni sulla parete di 3000 piedi di El Capitan, dormendo su sporgenze portatili legate alla parete mentre perlustravano una via chiamata Lurking Fear alla ricerca di posatoi.

Fin dall’inizio, Jackson sapeva che sarebbe stato fondamentale avvalersi dell’aiuto di scalatori ricreativi per segnalare qualsiasi avvistamento di pipistrelli o guano.

“È una frontiera a cui siamo davvero in grado di accedere solo nei tempi moderni perché l’arrampicata sta diventando così popolare e le persone hanno le capacità per accedere in sicurezza a questi ecosistemi”, afferma.

(Gli scalatori ricreativi hanno scoperto il posatoio sul Rostrum Joslin e Smith hanno deciso di indagare quella mattina di ottobre.)

Se sei uno scalatore in Yosemite e ti imbatti in qualcosa relativo ai pipistrelli, fai molta attenzione a non disturbare i pipistrelli, dice Joslin, e invia le informazioni all’indirizzo e-mail di Big Wall Bats, [email protected].

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Invito per la spedizione speleologica internazionale SPELEO LAOS 2023

Liviu Venales del Club speleologico Z invita gli speleologi stranieri ad unirsi al progetto di esplorazione Laos 2023 che si svolgerà dal 23 Febbraio al 14 Marzo 2023.

Le autorità del Laos hanno rimosso tutte le restrizioni per gli stranieri legate alla pandemia da Covid-19, quindi la spedizione in Laos si terrà senza problemi.

Il termine ultimo per le iscrizioni è il 1° febbraio 2023. Dopo questa data, non sarà possibile ulteriori registrazioni.

Le esplorazioni si effettueranno nella contea di Khammouane.

I principali obiettivi della spedizione sono l’esplorazione del grande sistema di grotte di Pha Soung (21.012 m), ma anche la le grotte di Tham Nam Kouan Moo Yo, Tham Dan Makhia Tham Kammatan, Tham Kouan Te, Lom Yen Grotta di Houay Sai, tutte conosciute, con uno sviluppo di qualche km, e altre 10 grotte inesplorate.

Per maggiori info:
Liviu Valenas, Viandante str. 27, D – 90431 Norimberga, Germania
Telefono: 0049-911-8014898, 0049-911-8014899, 0049-174-7872593
e-mail: [email protected]
Facebook: Livio Valenas

Luviu Venales Presidente del Club Speleologico “Z”

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Nuovo bivacco sul Monte Grappa

Sul Monte Grappa a quota 1760m. è stato ricavato un rifugio in lamierone nella ex struttura militare oggi smantellata.

Di Michele Tommasi sulla mailing list speleoit

Nella primavera del 2021 il Massiccio del Grappa è stato proclamato Riserva Biosfera MAB dell’ UNESCO.

Nell’autunno del 2022 la ex base missilistica della NATO di Cima Grappa è stata per la sua maggior parte smantellata.

Lo skyline del settore nord della montagna è ritornato simile a quello che si doveva presentare a coloro che subito dopo la fine della Grande Guerra dal Rifugio Bassano volgevano lo sguardo verso nord ovest.

Nell’area di appartenenza della ex struttura militare (di proprietà dell’Ente Nazionale Aviazione Civile) è stato ricavato un bivacco alpino d’appoggio, realizzato in lamierone metallico a quota 1760 m s.l.m.

Questo bivacco è stato ricavato mantenendo la parte inferiore della torre metallica che sorreggeva le antenne radio della base.

E’ sospeso infatti da terra di alcuni metri per cui, anche in caso di grandi nevicate, potrà essere comunque più facilmente accessibile.

Sarà permanente e potrà accogliere fino a sei persone, escursionisti in difficoltà o chi semplicemente vorrà bivaccarvi la notte.

La struttura si sta rivelando molto importante soprattutto per gli speleologi impegnati nella continuazione delle esplorazioni invernali all’Abisso Spaurasso, il cui ingresso si apre a soli 200 metri di distanza ed a una cinquantina di metri più basso di quota.

Quando le squadre impegnate da vari giorni nella grotta escono è molto confortante potersi appoggiare per dormire e riscaldarsi nel bivacco.

A proposito dello Spaurasso, a metà agosto del 2023 ricorrono i 30 anni dalla sua scoperta, eppure mi sembra l’altro ieri.

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Grotte artiche una finestra sul passato, la prossima spedizione di Gina Moseley in Groenlandia sul Washington Post

La spedizione speleologica di Gina Moseley a grotte inesplorate nel circolo polare artico potrebbe portare a importanti scoperte sui cambiamenti climatici passati e futuri

Articolo originale: https://www.washingtonpost.com/rolex-partnership-content/climate-solutions/a-portal-to-the-past/

Indizi cruciali sul passato del nostro pianeta potrebbero essere rivelati in una prima spedizione al mondo in grotte artiche inesplorate.

Gina Moseley, che guida l’impresa, ritiene che queste scoperte potrebbero aiutare a mappare il futuro del nostro clima.

Questo articolo riporta l’impatto dell’iniziativa Perpetual Planet di Rolex, che sostiene individui e organizzazioni eccezionali, che stanno implementando nuove soluzioni alle sfide ambientali più urgenti del mondo. L’iniziativa mette in risalto i Rolex Awards for Enterprise, un programma che da oltre quattro decenni premia i responsabili del cambiamento di tutto il mondo, tra cui Gina Moseley, protagonista di questa storia.

ALL’ESTREMITÀ NORD DELLA GROENLANDIA – così a nord che il sole estivo non tramonta del tutto e il sole invernale non sorge del tutto – si trova una piccola penisola artica conosciuta come Wulff Land.

È uno dei luoghi più remoti del pianeta. Una regione a centinaia di miglia dalla civiltà umana, un deserto ghiacciato di cime aspre e scogliere formidabili, dove non cresce molto e non vive molto.

Ma è possibile che questo paesaggio aspro e arido possa anche contenere gli indizi sulle condizioni future per la vita sulla Terra, rinchiusa all’interno di caverne che nessun esploratore ha mai raggiunto.

Almeno non ancora. L’anno prossimo, Gina Moseley, una ricercatrice climatica britannica, si dirigerà in profondità nella Wulff Land, guidando una prima spedizione al mondo nelle grotte più settentrionali del pianeta. Spera di portare alla luce un’immagine più completa della Groenlandia com’era nei climi più caldi e umidi del passato della Terra e di costruire un’immagine più chiara e accurata di ciò che il futuro potrebbe portare.

Dato che l’Artico si sta riscaldando quattro volte più velocemente del resto del mondo – la prima pioggia mai registrata si è verificata sulla sommità della calotta glaciale della Groenlandia lo scorso anno – quel futuro potrebbe essere molto più vicino di quanto pensiamo.

Perché, sebbene le terre selvagge della Groenlandia settentrionale possano sembrare lontane dalla nostra quotidianità, esercitano un’influenza enorme su ogni angolo della Terra.

La Groenlandia ospita l’unica calotta glaciale permanente al di fuori dell’Antartide. Più questa vasta riserva di ghiaccio si scioglie, meno la radiazione solare viene riflessa nello spazio, provocando il riscaldamento del pianeta. Questo scioglimento aggiunge anche molta più acqua all’oceano.

Secondo la NASA, la Groenlandia ha perso 5 trilioni di tonnellate di ghiaccio negli ultimi 15 anni, equivalenti all’aggiunta media di 112 milioni di piscine olimpioniche all’oceano ogni anno.

Moseley spera che la sua spedizione aggiunga urgenza alla ricerca di soluzioni prima che i modelli meteorologici catastrofici e l’innalzamento del livello del mare diventino inevitabili.

SCOPRIRE IL PASSATO Un progetto di tali proporzioni ha avuto un inizio incerto. Era il 2008 quando, seduta in un pub di Bristol, in Inghilterra, Gina Moseley sentì parlare per la prima volta delle grotte inesplorate di Wulff Land.

Poi dottoranda in paleoclimatologia, lo studio della storia del clima terrestre, era anche un’entusiasta speleologa e si era fermata a bere una birra con il gruppo speleologico della sua università. Nel gruppo c’era l’esploratore di lunga data Charlie Self, a cui è capitato di menzionare una leggendaria grotta remota, scoperta per la prima volta negli anni ’60 durante i sondaggi di mappatura aerea. Una serie di ricercatori ed esploratori aveva tentato, senza riuscirci, di raggiungerlo nei decenni successivi. “A quel punto si è spenta una lampadina”, ha ricordato Moseley. “Ho solo pensato, wow, devo andare. A quel tempo ero molto giovane, non avevo esperienza di spedizione, nessun finanziamento, niente di niente. Da nessuna parte da cui partire, a parte “Mi piacerebbe davvero che ciò accadesse un giorno”.

Dopo aver accumulato un impressionante assortimento di esperienze sul campo come ricercatrice presso l’Università di Innsbruck in Austria, Moseley ha ricevuto il Rolex Award for Enterprise 2021, che le ha permesso di organizzare la spedizione.

La prossima estate, guiderà una squadra di sei persone nella leggendaria grotta, situata a 600 metri su un’implacabile parete rocciosa, e dove, dopo essersi calata su corda per 200 metri nelle profondità della grotta, spera di trovare antichi speleotemi.

Per un paleoclimatologo come Moseley, questi speleotemi – formazioni rocciose come stalattiti, stalagmiti e colate – sono una sorta di Santo Graal; ognuno è una capsula del tempo che, una volta analizzata, rivela firme chimiche immagazzinate da tempo, che forniscono indizi sui climi passati.

“Gli speleotemi possono avere centinaia di migliaia di anni”, ha spiegato Moseley. “Ho persino un campione che ha 1,8 milioni di anni”.

Scavare così indietro nella storia del clima della Groenlandia sarebbe una svolta.

La scienza del clima artico si basa tipicamente su carote di ghiaccio, che risalgono solo a circa 128.000 anni fa. “I modelli vengono utilizzati per prevedere cosa accadrà in futuro, ma affinché questi modelli siano affidabili, dobbiamo comprendere molto bene il sistema climatico”, ha aggiunto Moseley. “Abbiamo pochissime informazioni su come la Groenlandia settentrionale ha risposto durante i passati intervalli caldi. E per migliorare la nostra comprensione della portata del cambiamento che possiamo aspettarci dal nostro clima, abbiamo bisogno di una buona comprensione di questo aspetto”.

SPELEOLOGIA PER INDIZI Paleoclimatologi come Gina Moseley studiano la storia del clima terrestre. Una delle risorse più importanti per portare alla luce i segreti dei climi passati?

L’ANELLO MANCANTE Il problema con l’esplorazione di un territorio inesplorato? Non ci sono garanzie su ciò che troverai. “Tutto quello che posso dire è che sono davvero ottimista che troveremo questi campioni di speleotemi e vedremo più indietro nel passato climatico della Groenlandia di quanto chiunque abbia mai fatto”, ha detto Moseley. “Ma non abbiamo idea se sarà così.”

Tuttavia, anche se Moseley e il team non troveranno speleotemi, non se ne andranno a mani vuote. “Poiché queste grotte sono completamente inesplorate, solo scoprire cosa c’è lì dentro e documentare le grotte conosciute più a nord del mondo è di per sé una scoperta enorme”.

Ma Moseley riconosce di essere fortunata ad avere il supporto di Rolex, perché poche organizzazioni sosterrebbero una spedizione senza un risultato garantito.

“Il modo in cui funzionano i finanziamenti accademici è che devi dimostrare di conoscere la risposta a ciò che stai proponendo di andare a fare”, ha detto Moseley. “Per Rolex sostenere questi progetti ad alto rischio e ad alto guadagno, in cui non sappiamo davvero quali saranno i risultati, è davvero incredibile.” Naturalmente, non è solo che progetti ad alto rischio come questi possono portare a scoperte significative. Catturano anche l’immaginazione del pubblico. “Sì, speriamo che la nostra spedizione ci dirà come apparirà la Groenlandia in un mondo più caldo e umido”, ha detto Moseley. “Ma aumentare la consapevolezza e cambiare le abitudini – qualcosa che dobbiamo fare molto rapidamente, ad essere onesti – spesso, con il lavoro scientifico, questo è l’anello mancante”.

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Il circolo di pietre dei Neanderthal nella grotta di Bruniquel

Il ritrovamento, le ultime scoperte e le immagini esclusive consentono di ricostruire un nuovo ritratto realistico dell’uomo di Neanderthal.

Ci sono innumerevoli grotte nella gola dell’Aveyron, nel sud-ovest della Francia: la preistoria è ovunque. Ciò che gli archeologi scoprono in una grotta nel 1990 è tuttavia straordinario: stalagmiti spezzate formano misteriose disposizioni circolari. Le strutture furono probabilmente create dai Neanderthal 176.000 anni fa. Perché hanno costruito questa struttura di stalattiti?

Uno strano ritrovamento nelle profondità di una grotta di stalattiti nel sud-ovest della Francia ha sconcertato gli archeologi per più di 25 anni.

In una grotta a Bruniquel, gli speleologi hanno scoperto non solo tracce di fuoco e quindi un’indicazione della presenza umana, ma anche sei disposizioni circolari di stalagmiti spezzate – con un diametro fino a sette metri. La struttura stalattitica unica al mondo, che ha un peso totale di 2,2 tonnellate, ha ben 400 stalagmiti che messe in fila misurerebbero 112 metri lineari.

È considerata una delle scoperte archeologiche più importanti del nostro tempo.

Uno studio pubblicato sulla rivista “Nature” fa risalire l’età della struttura a 176.000 anni, quindi il passaggio ad una fase evolutiva superiore, che comprende concetti di spiritualità e astrazioni, deve essere datata molto più indietro nel passato, rispetto a quanto ipotizzato finora.

Dal momento della scoperta, il gruppo di ricerca guidato dal preistorico francese Jacques Jaubert e dalla paleoclimatologa Sophie Verheyden ha guardato i Neanderthal sotto una nuova luce: le loro capacità cognitive hanno avuto una cattiva reputazione sin dalla loro scoperta alla fine del XIX secolo.

A cosa serviva la struttura scoperta? Serviva a scopi pratici o aveva una funzione rituale? Dopo il ritrovamento, difficilmente si può negare che i Neanderthal avessero già capacità cognitive, sociali e verbali nella prima età della pietra.

Inoltre, c’è la padronanza del fuoco, un importante mezzo di orientamento nell’oscurità della grotta.

Il ritrovamento, le ultime scoperte e le immagini esclusive consentono di ricostruire un nuovo ritratto realistico dell’uomo di Neanderthal.

In effetti, la scoperta di Bruniquel potrebbe servire come prova che anche le persone dell’età della pietra possedevano spiritualità.

Documentazione di Luc-Henri Fage (F 2019, 54 min)

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Report del campo internazionale europeo Lignin 2022

Questa estate si è svolto un campo speleologico internazionale dal 10 Luglio al 10 Agosto a Colmars, in Alta Provenza, Francia, con l’obiettivo di studiare la zona di Coulomp e proseguire l’esplorazione della grotta Chamois profonda circa un chilometro e lunga sei.

Organizzato dalla Federazione Speleologia Europea, ha visto la partecipazione complessiva di 34 persone provenienti da 8 diversi Paesi.

Maggiori info in inglese:

The “International European Camp Lignin 2022” took place from July 10 to August 10, 2022, in the commune of Colmars, Alpes-de-Haute-Provence, France. It brought together 34 participants with diverse profiles, aged from 20 to 81, with 26% women, and 8 nationalities.

The difficulties of access linked to the high altitude are mitigated by the helicopter allowing to transport exploration equipment and logistics, as well as food, and to install a comfortable temporary camp allowing to support the climatic conditions.

The objective was to find an extension to the known caves in order to reach the deep network of the Underground Coulomp and the Chamois Cave, 6 km away and 1000 m below. The Lignin sinkhole n° 14 was extended in the Plan B series to -161 m, and the sinkholes no.3, no.12, and no. 15 were dug to -13 m, -8 m, and -3 m, respectively.

A study on the age of the karst of glacial origin is in progress, by U/Th dating of speleothems. Several publications of the results should appear by the end of the year and the website will be gradually updated.

For more information and the full report see: https://www.eurospeleo.eu/2022/11/15/international-exploration-camp-lignin-2022-france/

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