Progetto Conservazione Habitat 8310: 110 grotte ripulite, restaurate e protette in un sito Natura 2000 in Romania

Condividi

Una collaborazione di successo tra l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente di Timi? e l’Associazione Speleologica Exploratorii per grotte e carsismo

Si è recentemente conclusa una nuova visita di monitoraggio del progetto “Conservazione dell’habitat 8310 nel sito Natura 2000 Cheile Nerei – Beu?ni?a”, finanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma LIFE Natura+.

L’iniziativa, che ha visto la collaborazione tra l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente di Timi? e l’Associazione Speleologica Exploratorii, ha permesso di ripulire, restaurare e proteggere con griglie metalliche ben 110 grotte all’interno del sito romeno.

L’intera squadra sta lavorando duramente per raggiungere gli obiettivi del progetto, che mira a contrastare la degradazione e l’inquinamento delle grotte nel sito di Cheile Nerei-Beu?ni?a.

Queste cavità naturali sono minacciate da diverse attività umane, tra cui la ricerca di tesori, il traffico di fossili, il turismo incontrollato e una gestione turistica carente.

L’impegno profuso nel progetto dimostra la volontà di tutelare questi preziosi ecosistemi sotterranei, preservandoli per le future generazioni.

La collaborazione tra l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente di Timi? e l’Associazione Speleologica Exploratorii si rivela fondamentale per la conservazione delle grotte e del loro patrimonio naturale.

Il progetto “Conservazione dell’habitat 8310” rappresenta un importante passo avanti nella tutela delle grotte del sito Natura 2000 Cheile Nerei – Beu?ni?a.

Grazie al finanziamento della Commissione Europea e all’impegno congiunto delle istituzioni e delle associazioni coinvolte, si sta lavorando attivamente per salvaguardare questi ambienti unici e fragili.

L’invito rivolto a tutti coloro che desiderano contribuire alla salvaguardia delle grotte è quello di unirsi a questa squadra efficiente e motivata, impegnandosi a proteggere e preservare il patrimonio naturale sotterraneo della Romania.

Insieme, è possibile fare la differenza e garantire un futuro sostenibile per questi ecosistemi e per l’intero pianeta.

Fonte Facebook: https://www.facebook.com/groups/UISspeleogroup/permalink/7364210080327561/

L’articolo Progetto Conservazione Habitat 8310: 110 grotte ripulite, restaurate e protette in un sito Natura 2000 in Romania proviene da Scintilena.

Powered by WPeMatico

Giornata Mondiale della Terra: l’allarme della Società Speleologica Italiana sull’inquinamento da microplastica nelle grotte

Condividi

Una minaccia globale che non risparmia gli ecosistemi sotterranei

In occasione della Giornata Mondiale della Terra, la Società Speleologica Italiana (SSI) pone l’accento su un problema spesso sottovalutato, ma di rilevante importanza: l’inquinamento da microplastica nelle grotte italiane.

Queste cavità naturali, veri e propri scrigni di biodiversità, si rivelano purtroppo vulnerabili a questa insidiosa minaccia globale, che non risparmia nemmeno le aree più remote del nostro pianeta.

Le grotte, in quanto ecosistemi preziosi e delicati, meritano una particolare attenzione.

Tuttavia, la contaminazione da microplastica in questi ambienti è ancora poco conosciuta e studiata.

I recenti risultati emersi da ricerche condotte in diverse aree carsiche italiane hanno tuttavia destato preoccupazione: le microplastiche sono state riscontrate sia nelle acque sotterranee che nella fauna che le abita, con potenziali conseguenze dannose per gli ecosistemi sotterranei.

Questi dati sottolineano l’importanza di un monitoraggio costante delle risorse idriche sotterranee, non solo per tutelare la biodiversità, ma anche per preservare la salute umana.

Le falde acquifere, infatti, rappresentano una fonte preziosa di acqua potabile per milioni di persone in tutto il mondo.

La ricerca e il monitoraggio continuo sono fondamentali per comprendere appieno l’impatto dell’inquinamento da microplastica e sviluppare strategie efficaci di protezione e conservazione delle grotte e dei loro ecosistemi.

La Società Speleologica Italiana, pertanto, invita a un impegno collettivo per proteggere le nostre risorse naturali e garantire un futuro sostenibile per il nostro pianeta Terra.

L’invito della SSI è rivolto non solo agli speleologi e ai ricercatori, ma anche a tutti i cittadini, affinché possano contribuire, con il loro comportamento quotidiano, alla riduzione dell’inquinamento da microplastica.

Piccoli gesti, come la scelta di prodotti con meno imballaggi di plastica e il corretto smaltimento dei rifiuti, possono fare la differenza nella tutela di questi preziosi ecosistemi sotterranei.

In questo giorno dedicato alla Terra, la Società Speleologica Italiana ricorda l’importanza di salvaguardare anche gli angoli più nascosti del nostro pianeta, per preservare la bellezza e la ricchezza della natura che ci circonda.

L’articolo Giornata Mondiale della Terra: l’allarme della Società Speleologica Italiana sull’inquinamento da microplastica nelle grotte proviene da Scintilena.

Powered by WPeMatico

Terni – E’ morto sabato notte Carlo Catalano, colonna portante di Diversamente Speleo.

Condividi

Esempio di determinazione e di impegno politico, era istruttore di speleologia CAI quando tanti anni fa un malore durante una arrampicata alle falesie di Terni lo rese invalido con gravi conseguenze fisiche.

I funerali si svolgeranno a Terni, Martedì 23 Aprile alle ore 15 alla Chiesa di San Gabriele.

Negli anni ‘90 aveva messo in rete il sito del Gruppo Grotte Pipistrelli CAI TERNI su Geocities, dopo l’incidente rimase sempre attivo e vicino alla sezione del CAI di Terni e agli Scout, e grazie alla sua passione approdò come autore alla Scintilena.

Grazie a lui anche Scintilena fu coinvolta già dal primo momento con Diversamente Speleo, una serie di appuntamenti che ormai da più di 10 anni si svolgono in tutta Italia, con il mondo della speleologia che incontra decine, centinaia di ragazzi disabili con le loro famiglie per una giornata in grotta insieme.

Grotta e Montagna, ma anche impegno politico con il Movimento 5 Stelle, scoutismo e fede religiosa, queste le passioni e gli interessi di Carlo, che pochi anni fa conseguì anche una laurea in Educazione Fisica.

Personalmente non credo nell’Aldilà, non troverete qui un ‘riposi in pace’ ne un ‘ci guardi da lassù ‘, anche se molti suoi amici sono credenti e trovano conforto in questo pensiero di immortalità.

Per me, basta la sua lezione in questa vita e l’opportunità che mi ha dato di avvicinarmi al mondo della disabilità, regalandomi giornate piene, indimenticabili, vere, con Diversamente Speleo.

Sul suo blog https://ilconte1958.wordpress.com ha lasciato la sua testimonianza, un diario giornaliero dove traspare tutta la sua umanità, la sua forza, il suo coraggio, la sua testardaggine.

Andrea Scatolini per amici di Diversamente Speleo e dell’Associazione Zavka

L’articolo Terni – E’ morto sabato notte Carlo Catalano, colonna portante di Diversamente Speleo. proviene da Scintilena.

Powered by WPeMatico

Biologia sotterranea ed ecologia in ambienti ipogei: un corso di aggiornamento a San Quirino

Condividi

Tre giorni di approfondimento con esperti del settore e attività in aula e sul campo

Dal 10 al 12 maggio 2024 si terrà a San Quirino (PN) il Corso Nazionale di Aggiornamento in Biologia sotterranea ed ecologia in ambienti ipogei e forre, organizzato dal Club Alpino Italiano – Sezione di Pordenone – APS e dall’Unione Speleologica Pordenonese.

Il programma del corso prevede tre giornate intense di lezioni e attività, con l’obiettivo di approfondire le conoscenze sulla biologia sotterranea e sull’ecologia degli ambienti ipogei e delle forre.

Durante il corso, i partecipanti avranno l’opportunità di ascoltare relatori esperti del settore, come Tiziano Pascutto, Ettore Ghielmetti, Fabio Stoch e Andrea Colla, e di partecipare a lezioni in aula e attività sul campo.

Il corso affronterà diversi temi, dalla storia dell’evoluzione ai fattori fisico-chimici, dalla catena alimentare ai metodi e tecniche di raccolta e conservazione, fino alle normative vigenti in materia di protezione dell’ambiente e della fauna.

Saranno inoltre trattati argomenti importanti come il biomonitoraggio delle acque, riferito alle specie stigobie, e le nuove frontiere nell’era della speleogenomica.

La quota di iscrizione al corso è di 150 € per i soci CAI e di 200 € per i non soci, compresa assicurazione.

La quota comprende il vitto e l’alloggio durante tutta la durata del corso presso la sede di San Quirino.

Il numero massimo di partecipanti è di 20 persone, con un’età minima per l’iscrizione di 16 anni (necessaria autorizzazione firmata dall’esercente la responsabilità genitoriale).

Il corso è valido come aggiornamento per Istruttori di 1 e 2 livello e Qualificati di Speleologia. Le lezioni si terranno presso la Scuola di San Quirino (PN) e presso il Museo di Storia Naturale di Trieste.

Gli spostamenti da e per i luoghi prescelti sono da considerarsi con mezzi propri.

La Scuola dispone di una foresteria per chi volesse pernottare (portare sacco a pelo e asciugamani). È possibile inoltre sostare con il camper o utilizzare la propria tenda.

Per iscriversi al corso, è necessario compilare la scheda d’iscrizione e inviarla via mail a [email protected]. La quota di iscrizione deve essere versata tramite bonifico bancario sul conto corrente intestato a Club Alpino Italiano – Sezione di Pordenone – APS, IBAN IT33M0835612503000000031511, specificando nella causale di pagamento “Iscrizione al corso di Biologia sotterranea, nome e cognome dell’interessato”. L’attestazione di avvenuto pagamento deve essere inviata a [email protected].

Per ulteriori informazioni, è possibile contattare il direttore del corso, Giorgio Fornasier, all’indirizzo mail [email protected] o al numero di telefono 392 499 2969.

Il corso di aggiornamento in Biologia sotterranea ed ecologia in ambienti ipogei e forre rappresenta un’importante occasione di approfondimento e confronto per tutti gli appassionati del settore, che avranno l’opportunità di approfondire le proprie conoscenze e confrontarsi con esperti del settore.

L’articolo Biologia sotterranea ed ecologia in ambienti ipogei: un corso di aggiornamento a San Quirino proviene da Scintilena.

Powered by WPeMatico

Trieste: L’Acquedotto Teresiano Riapre le Porte Dopo 250 Anni per una Visita Didattica Unica

Condividi

Un’esperienza educativa senza precedenti all’interno dello storico acquedotto, riportato in vita grazie al duro lavoro dei volontari.

Articolo di Alessandra Ressa

Per la prima volta nella storia dell’antico acquedotto teresiano, realizzato a Trieste su mandato dell’imperatrice d’Austria Maria Teresa tra il 1749 e il 1751, lungo le sue buie e umide gallerie sono riecheggiate voci infantili.

Oggi infatti, all’interno del labirintico manufatto austro-ungarico sotto il quartiere di San Giovanni, si è svolta una speciale visita didattica che ha coinvolto gli alunni della classe quinta della scuola primaria Ancelle della Carità.

I fortunati bambini, accompagnati da volontari esperti della Società Adriatica di Speleologia di Trieste (SAS), hanno percorso quasi un chilometro di gallerie attrezzati con stivali di gomma, caschetto e luce frontale, ed hanno potuto ammirare la straordinaria opera architettonica per primi dopo oltre due secoli di oblio.

Tra bianchissime vaschette calcaree colme di esemplari di Niphargus, i gamberetti ciechi tipici delle grotte, canalette di acqua cristallina in cui lunghe e sinuose sanghisughe a caccia di cibo si lasciavano trasportare dalla leggera corrente, bizzarre concrezioni multicolore, strettoie e scomodi quanto divertenti percorsi ad ostacoli tra antiche tubazioni e bassi soffitti, i giovani esploratori hanno aperto la strada al futuro dello storico sito recuperato dalla SAS dopo anni di lavoro. 

Il ripristino dell’acquedotto teresiano ha coinvolto decine di volontari, in quella che il presidente della SAS Marco Restaino ha definito “l’operazione di riqualificazione basata unicamente sul volontariato più grande ed ambiziosa che Trieste abbia mai visto”.

In condizioni difficili a causa del livello dell’acqua e dei detriti, in alcuni casi enormi colate di cemento sversate dalla superficie negli anni durante la costruzione degli edifici sovrastanti, i volontari della SAS hanno demolito ed asportato decine di metri cubi di materiali per poter liberare le antiche gallerie dai detriti e dall’acqua che ne ostruivano il passaggio.

Lo scorso novembre sono stati aperti gli ultimi 800 metri dell’acquedotto, rimasti inaccessibili per oltre cento anni a causa di una frana.

Attualmente il sito è gestito dalla SAS grazie ad una convenzione con il Comune di Trieste. Il fine, al termine dei lavori di recupero non ancora terminati, è quello di renderlo fruibile e di recuperare l’acqua che in esso scorre per poterla nuovamente incanalare come in origine negli storici fontanoni della città attualmente asciutti. 

E’ una giornata densa di emozioni e significato – ha detto oggi il presidente Restaino in occasione della prima visita didattica all’acquedotto – proprio sei anni fa la SAS ha intrapreso un enorme lavoro per riportare a nuova vita questo monumento sotterraneo, che versava in condizioni di totale abbandono, parzialmente inagibile a causa di allagamenti e per la restante parte impenetrabile a causa di riempimenti ed ostruzioni. E’ una grande soddisfazione dopo tanto lavoro e tanta fatica poter vedere oggi questo primo risultato, poter accompagnare una scolaresca in queso luogo magico in cui raccontare la storia della nostra città attraverso la ricerca dell’acqua. Ma questa è una storia di successo non solo per aver riconsegnato alla città un monumento dimenticato, ma soprattutto per il grande valore umano e di esempio per le future generazioni che essa racchiude. L’acquedotto teresiano – ha concluso Restaino – dimostra come la passione e l’amore per il proprio territorio possano concretizzare progetti inizialmente giudicati impossibili. 

L’apertura odierna è stata di natura straordinaria. Il sito al momento non è ancora ufficialmente visitabile. L’augurio è che, con la preziosa collaborazione delle locali amministrazioni, la bellezza e il fascino di questo storico monumento ipogeo possano essere a breve condivisi.

L’articolo Trieste: L’Acquedotto Teresiano Riapre le Porte Dopo 250 Anni per una Visita Didattica Unica proviene da Scintilena.

Powered by WPeMatico

Campo Speleo Cittareale 2024: un weekend dedicato all’esplorazione delle grotte

Condividi

Il CAI di Terni organizza l’evento speleologico nella Valle di San Rufo dal 3 al 5 maggio 2024

Il Club Alpino Italiano (CAI) di Terni, sezione “Stefano Zavka”, organizza il Campo Speleo Cittareale 2024, un evento di condivisione dedicato all’esplorazione delle grotte.

L’appuntamento è fissato per il weekend del 3, 4 e 5 maggio 2024 presso la Valle di San Rufo, le cui coordinate sono 42°38’31.4″N 13°09’33.6″E.

L’evento è aperto a chiunque voglia partecipare, dai neofiti agli esperti speleologi, e prevede diverse attività, tra cui esplorazioni speleologiche e momenti di formazione e condivisione.

Il Gruppo Grotte Pipistrelli CAI Terni, che si occupa dell’organizzazione dell’evento, sarà presente per guidare i partecipanti nelle varie attività.

Per partecipare al Campo Speleo Cittareale 2024 è necessario contattare il Gruppo Grotte Pipistrelli CAI Terni via email all’indirizzo [email protected] oppure telefonicamente ai seguenti numeri: Federico 328 172 7016 – Katia 328 948 1414.

L’evento è un’opportunità per condividere le proprie esperienze nel mondo della speleologia e per scoprire le meraviglie nascoste del sottosuolo.

Inoltre, il Campo Speleo Cittareale 2024 è un’occasione per sensibilizzare i partecipanti sull’importanza della conservazione dell’ambiente e della biodiversità.

Il CAI di Terni, sezione “Stefano Zavka”, è attivo da anni nella promozione della montagna e della speleologia, con l’obiettivo di diffondere la cultura della montagna e di promuovere la frequentazione consapevole e sostenibile dell’ambiente montano e carsico.

Per ulteriori informazioni sull’evento e sulle attività del Gruppo Grotte Pipistrelli CAI Terni è possibile consultare il sito web del CAI di Terni all’indirizzo http://www.caterni.it/ o contattare la sede del CAI di Terni al numero 0744 292886, aperta il venerdì dalle 21.00 alle 23.00.

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Il comune di Cittareale, visto il nuovo regolamento che vieta l’accesso ai mezzi a motore nella “Valle di San Rufo”, autorizza al passaggio di questi SOLO se preventivamente segnalati e autorizzati da ordinanza.

Per questo motivo, chiunque voglia partecipare al campo e intende usufruire del proprio mezzo, DEVE comunicarci entro e NON OLTRE il 29 Aprile TARGA e MODELLO della vettura.
Contattare Katia 3289481414 (anche w.a.)

Fonte e maggiori info: https://www.facebook.com/share/jc2kvWSe58tqQ9nJ/?mibextid=LQQJ4d

L’articolo Campo Speleo Cittareale 2024: un weekend dedicato all’esplorazione delle grotte proviene da Scintilena.

Powered by WPeMatico

Spettacolare spedizione speleologica internazionale in Thailandia: nuove scoperte e collaborazione franco-thailandese

Condividi

Il mese di gennaio dedicato all’esplorazione di nuove cavità nella zona di Saiyok National Park e la formazione dei geologi thailandesi nelle tecniche di progressione su corda e topografia.

La spedizione speleologica internazionale “Khaophutong Khaothakhanun 2024” ha dedicato il mese di gennaio alla continuazione delle esplorazioni nel Parco Nazionale di Saiyok, con la topografia di nuove cavità di Tham Tangodfry, scoperte nel 2020.

L’esplorazione si è fermata a 625 metri dall’ingresso a causa di strettoie fangose, mentre un piccolo ruscello affluisce nel sistema di Tham Kheaw.

Inoltre, è stata esplorata l’area di ingresso di Tham Nok Han Aen, nota anche come la grotta dei pipistrelli, dove nel 1986 fu allestito il bivacco Osterman.

Durante questa fase, i Rangers del Parco Nazionale di Lam Nkhlong Ngu sono stati incontrati per preparare la prossima fase della spedizione.

Tham Daoprasut, con livelli di CO² superiori al 5% quest’anno, è stata lasciata da parte.

Un ampio articolo su questo karst ipogeno è in corso di realizzazione.

Nel frattempo, sono stati raggiunti 18 km di reti topografiche nel settore di Saiyok Yai e lo sviluppo di Tham Nam Mae Krabung è arrivato a 3.200 metri.

Il mese di febbraio è stato dedicato a un corso di formazione sulle tecniche di progressione su corda e topografia con DistoX2-Xble per i geologi del DMR e del DGR.

Per completare il corso, è stata effettuata l’esplorazione e la topografia di Tham Nok Han Aen 2 con i Rangers, facendo parte delle gigantesche gallerie che hanno segnato il canyon del Mae Nam Nlhlong Ngu per più di 30 km.

Infine, l’inizio di marzo è stato dedicato all’esplorazione di Tham Saohin, l’estremo a valle del Lam Nklhong Ngu, con alcuni spasmi nel programma legati ai permessi.

Il pozzo più grande della Thailandia, di 147 metri, è stato calato e si ritiene che sia stata verificata la stalagmite più alta del mondo, con un’altezza di 68,62 metri.

Tham Saohin è cresciuta fino a 3.210 metri e il conteggio è ancora in corso!

La topografia di Tham Phutoei è stata completata e lo sviluppo ora supera un chilometro.

La spedizione del 2025 è già in fase di preparazione e una squadra sarà in Thailandia quest’estate.

Topografie, contributi a uno studio di geologia e biospeleologia sono inclusi nel rapporto attualmente in corso.

La cooperazione tra speleologi francesi e thailandesi è al centro di questa spedizione, con il supporto del Comitato Dipartimentale di Speleologia di Indre e Loire (Cds 37).

Fonte: https://www.facebook.com/share/p/Rsf8CEAQrbANaqfY/?mibextid=WC7FNe

L’articolo Spettacolare spedizione speleologica internazionale in Thailandia: nuove scoperte e collaborazione franco-thailandese proviene da Scintilena.

Powered by WPeMatico

Scoperta la prima prova di occupazione umana di un tubo di lava in Arabia: l’archeologia di Umm Jirsan Cave e dei suoi dintorni

Condividi

Un team di ricercatori internazionali rivela l’importanza delle grotte e dei tubi di lava per la comprensione del passato umano in Arabia

Recenti progressi nella ricerca archeologica interdisciplinare in Arabia si sono concentrati sull’evoluzione e lo sviluppo storico delle popolazioni umane regionali, nonché sui diversi schemi di cambiamento culturale, migrazione e adattamento alle fluttuazioni ambientali.

Tuttavia, la comprensione completa di sviluppi culturali come l’emergere e lo stile di vita dei gruppi neolitici è stata ostacolata dalla limitata conservazione di assemblaggi archeologici stratificati e resti organici, una sfida comune negli ambienti aridi.

In questo contesto, ambienti sotterranei come grotte e tubi di lava, che sono prevalenti in Arabia ma che hanno visto una limitata esplorazione scientifica, offrono opportunità promettenti per affrontare queste questioni.

Un team di ricerca internazionale, guidato da Mathew Stewart e composto da ricercatori provenienti da diverse istituzioni, ha recentmente pubblicato uno studio su PLoS ONE che riporta i risultati di uno scavo archeologico e di una relativa indagine svolta presso e intorno a Umm Jirsan, un tubo di lava situato nel Harrat Khaybar, nel nord-ovest dell’Arabia Saudita.

I risultati rivelano fasi ripetute di occupazione umana del sito che risalgono almeno al Neolitico fino all’età del Bronzo.

L’uso pastorale del tubo di lava e del paesaggio circostante è attestato da arte rupestre e registri faunistici, suggerendo che Umm Jirsan fosse situato lungo un percorso pastorale che collegava oasi chiave.

I dati isotopici indicano che gli erbivori pascolavano principalmente su erbe e arbusti selvatici piuttosto che essere nutriti con foraggio, mentre gli esseri umani avevano una dieta costantemente ricca di proteine ma con un aumento del consumo di piante C3 nel tempo, forse correlato all’emergere dell’agricoltura delle oasi.

Questo studio rappresenta la prima volta che tali registri combinati sono stati trovati in Arabia Saudita e sottolinea il potenziale di studi interdisciplinari in grotte e tubi di lava per la comprensione del passato umano nella regione.

Lo studio è stato finanziato dalla Saudi Commission for Tourism and National Heritage (SCTH) e dalla Max Planck Society. I ricercatori non hanno dichiarato alcun conflitto di interessi.

La scoperta di Umm Jirsan Cave e dei suoi dintorni offre una nuova prospettiva sulla comprensione della storia umana in Arabia e sottolinea l’importanza di esplorare ambienti sotterranei come grotte e tubi di lava per rivelare informazioni preziose sul nostro passato.

Fonte: https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0299292

L’articolo Scoperta la prima prova di occupazione umana di un tubo di lava in Arabia: l’archeologia di Umm Jirsan Cave e dei suoi dintorni proviene da Scintilena.

Powered by WPeMatico

La Grotta delle Lungaie svela i suoi segreti: falene zombie e una colonia di pipistrelli in Val Trebbia

Condividi

Un convegno pubblico per presentare i risultati delle ricerche sulle sorprendenti scoperte nella grotta ligure

Nel cuore della Val Trebbia, la Grotta delle Lungaie ha rivelato alcuni dei suoi misteri più affascinanti.

A partire da novembre 2023, il Centro Studi Sotterranei e un team di esperti di chirotteri ed entomologia hanno condotto studi e ricerche all’interno della grotta, portando alla luce due scoperte di particolare interesse.

Innanzitutto, la grotta ospita una delle colonie di pipistrelli più grandi della Liguria, con decine di esemplari di almeno tre diverse specie: Myotis, Barbastella e Rhinolophus.

Durante il periodo invernale, questi chirotteri convivono nella grotta, rifugiandosi in letargo.

La seconda scoperta riguarda la presenza di “falene zombie”, ovvero farfalle notturne del genere Triphosa Dubitata infettate da un particolare fungo patogeno.

Questo fungo prende il controllo del sistema nervoso della falena, spingendola ad avvicinarsi ad altri esemplari della sua specie, nonostante sia solitamente solitaria.

In questo modo, il fungo può liberare nell’aria le sue spore e contagiare altri insetti.

I ricercatori hanno potuto osservare all’interno della grotta diverse fasi dell’infestazione, dalle falene in buone condizioni ma già colonizzate, a quelle ormai preda dello stato di “zombie”, fino ai corpi mummificati, divorati e consumati dal fungo.

I risultati di queste ricerche saranno presentati al pubblico nel corso di un convegno che si terrà nella sala polivalente Jacques e Sentin di Fontanigorda, alle ore 10 di sabato 20 aprile 2024.

L’ingresso sarà gratuito.

Tra gli esperti che interverranno ci saranno Ivan Greco, speleologo del Centro Studi Sotterranei, Anastasia Cella, ricercatrice ed esperta di pipistrelli, Alessandro Bisi della Società Italiana di Entomologia, Gigi Perasso, presidente della delegazione Speleologica Ligure, Stefano Ferretti dell’Osservatorio Ligure della Biodiversità Arpal, Elena Hobart, ricercatrice, e Federico Mantovani del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ambiente e della Vita dell’Università di Genova.

Un’occasione imperdibile per conoscere da vicino le meraviglie nascoste della Grotta delle Lungaie e approfondire le conoscenze su pipistrelli e falene zombie. L’invito è esteso a tutti gli appassionati e i curiosi.

L’articolo La Grotta delle Lungaie svela i suoi segreti: falene zombie e una colonia di pipistrelli in Val Trebbia proviene da Scintilena.

Powered by WPeMatico

Progetto Graff-IT: il Gruppo Speleologico Tricase in ricognizione a Santa Maria della Grotta

Condividi

Un nuovo approccio interdisciplinare allo studio dei graffiti medievali e rinascimentali come fonti storiche

Il Gruppo Speleologico Tricase (GST) ha effettuato una ricognizione nella grotta di Santa Maria a Presicce-Acquarica, in collaborazione con Alice di Cocco, dottoranda dell’Università di Chieti, nell’ambito del progetto ERC AdvGrant Graff-IT.

Il progetto, condotto in collaborazione con la Federazione Speleologica Pugliese e i singoli gruppi federati, mira a sviluppare un nuovo approccio interdisciplinare allo studio dei graffiti italiani medievali e rinascimentali (VII-XVI secolo) come fonte storica.

L’obiettivo generale del progetto è quello di affermare la piena dignità dei graffiti come fonti scritte e integrarle nella pratica storiografica.

I graffiti, infatti, rappresentano un repertorio immensamente ricco di informazioni, spesso trascurato o sottovalutato, che può offrire importanti spunti di riflessione sulla vita quotidiana e sulla visione del mondo delle persone che li hanno realizzati.

La novità di questo progetto risiede nell’idea di considerare i graffiti come componenti essenziali del relativo contesto culturale e elementi cardine di un proprio sistema di comunicazione.

Attraverso le parole e i segni di chi li ha realizzati, è possibile accedere alla visione del mondo delle persone che hanno vissuto in quel determinato contesto storico e culturale.

Il Gruppo Speleologico Tricase, grazie alla sua esperienza nella ricognizione e nello studio delle grotte, ha fornito un contributo prezioso al progetto, effettuando una ricognizione nella grotta di Santa Maria alla ricerca di graffiti medievali e rinascimenti.

La collaborazione tra il GST e la dottoranda Alice di Cocco si inserisce in un più ampio quadro di collaborazione tra la Federazione Speleologica Pugliese e i singoli gruppi federati, finalizzata alla valorizzazione e allo studio del patrimonio speleologico e storico-culturale della regione.

Per maggiori informazioni sul progetto Graff-IT è possibile consultare il sito web ufficiale dell’Università di Chieti.

L’articolo Progetto Graff-IT: il Gruppo Speleologico Tricase in ricognizione a Santa Maria della Grotta proviene da Scintilena.

Powered by WPeMatico