Abisso Laresot a -800 è la più profonda del Trentino e prosegue

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Supera di gran lunga la storica Grotta della Bigonda, l’Abisso Val Parol e l’Abisso Lamar, raggiunge i -800 ma continua

A Noghera, nel gruppo del Brenta meridionale, ripetute punte esplorative della SAT di Arco tra Luglio ed Ottobre nell’Abisso Laresot hanno portato la sua profondità da -740 a circa -800 metri.

Con la scoperta di un pozzo unico di circa 200 metri posto su un ramo verticale che richiede complessivamente 300 metri di corda e svariati frazionamenti, la via verso il -1000 è aperta, ma non è certo facile arrivarci, perché la grotta con i suoi 2 chilometri e mezzo di sviluppo è molto articolata e si apre a quota 2360.

Gli speleologi della SAT di Arco e altri due di Vigolo sono i protagonisti delle recenti scoperte.

“Le prime uscite sono state dedicate al trasporto dei materiali in quota, visto che l’ingresso della cavità è situato a 2360 metri, poi le attenzioni degli speleologi si sono rivolte verso un grande camino sulla volta della sala più grande del ramo “Pinocchio”, a 500 metri di profondità. Si sono rese necessarie più giornate di acrobatica risalita lungo i fianchi strapiombanti e bagnati della sala per raggiungere, 70 metri più in alto, il soffitto del grande camino, ed enorme è stata la delusione quando, arrivati in cima, ci siamo trovati davanti solo un piccolo buco impraticabile”

Cose che capitano spesso andando per grotte: «Grandi fatiche e altrettanto grandi delusioni, ma un vero speleo non si arrende mai» dicono alla Sat.

«Così – prosegue il racconto su ‘L’Adige’ – lo stesso giorno, infilandosi tra i massi di una ciclopica frana, è stata trovata una nuova prosecuzione: una serie di strettoie tra i massi, un breve e stretto meandro di poche decine di metri e poi un primo grande pozzo da circa 40 metri battuto da una fastidiosa cascata».

Sul fondo del Pozzo da 40 metri tra i massi è stata trovata una prosecuzione: un meandro alto e stretto, quindi un saltino di circa 8 metri fino ad un ampio terrazzo, ma sotto questo “poggiolo” una voragine buia ed ammaliante. Gli speleologi hanno cercato di misurarne la profondità lanciando nel vuoto e nel buio alcuni sassi: «Che non finivano mai di cadere: alcuni sbattendo contro le pareti creavano un rumore cupo e profondo, altri viaggiavano direttamente verso il fondo impiegando ben 7 secondi per raggiungerlo. Profondità stimata 200 metri circa».

Sono state necessarie altre 4 uscite per armare anche questa verticale (quasi 300 metri di corda e numerosi ancoraggi) giungendo a quello che sembrava il fondo: «Ed ecco una nuova grande sorpresa: una decina di metri più in là del punto di arrivo ancora buio».

Il pozzo continua ancora, così come i sogni degli esploratori che stimano in circa 800 metri la profondità del punto raggiunto. L’ultima uscita è di domenica scorsa: «Sono stati scesi altri 50 metri, ma il grande e ammaliante baratro continua sotto i piedi e i sassi precipitano per svariati secondi. Serviranno ancora molto materiale per raggiungere il fondo.

L’esplorazione profonda della cavità richiederà un diverso approccio alle esplorazioni, con campi interni, uscite su più giorni, un costante lavoro di supporto alla squadra di punta con una logistica piuttosto impegnativa. Vedremo cosa riserverà la prossima stagione, ma siamo fiduciosi che grazie ad un affiatatissimo lavoro di squadra potremo raccontarvi gli sviluppi di questa grande avventura» hanno dichiarato gli speleologi.

Articolo originale completo e altre foto su ‘L’Adige’ a questo link: https://www.ladige.it/montagna/2022/10/30/sempre-piu-giu-nell-abisso-infinito-del-laresot-l-impresa-del-gruppo-speleo-di-arco-fino-a-800-metri-nel-nuovo-pozzo-1.3345544

Un ringraziamento a Raffaele Onorato per la segnalazione della notizia.

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